Tutte le altri torri di difesa sorsero attorno a quella normanno-sveva a distanza disuguale ed avevano forma cilindrica e quadrangolare. Poter quantificare il numero preciso di queste torri è alquanto difficile, si suppone che il loro numero oscillasse da 10 a 12 torri. Attualmente né esistono solo 4; due cilindriche e 2 quadrangolari. Tutte le altre furono distrutte o inglobate nelle edificazioni urbanistiche a partire dal XVI secolo in poi, perdendo quindi le connotazioni difensive per assumere più quelle di semplici abitazioni civili.
Le due torri quadrangolare sono visibili in via Mulini Vecchi, lungo l’extra murale e in piazza Nuova all’interno del borgo. Di queste torri si può solo osservare la parte superiore coronata da merli lungo il perimetro.
Le uniche torri cilindriche rimaste sono torre Amati e torre Capece. Torre Amati si trova a metà strada fra la chiesa di san Quirico e la chiesa di san Nicola, sulla sommità del cosiddetto ponte della Madonnina, con affaccio verso la valle d’Itria. La torre fra il XVII e il XVIII secolo fu inglobata all’interno del palazzo Amati costituendo un unico edificio. Il corpo slanciato della torre termina nella parte alta con un lieve sporgenza coronata da beccatelli. Affianco si sviluppa palazzo Amati con un’ariosa veranda definita da tre arcate. Quasi all’altezza dei beccatelli si profila un’elegante balaustra di colonne tornite che si alternano a mascheroni apotropaici e a sensuali erme.
Seguendo il perimetro della cinta muraria verso sud, di fronte alla chiesa nuova si colloca la cosiddetta torre del Vento, che in un secondo momento è stata battezzata torre Capece per via del palazzotto che in parte ha finito per inglobarla. Strutturalmente è identica a torre Amati e anche questa torre è diventata integrante di palazzo Riccio-Capece sul finire del XIX secolo. Un movimentato gioco di balaustre che segnano i diversi livelli dei terrazzi la inseriscono nell’intero complesso del palazzo.