Da Lunedì 11 a Domenica 24 Settembre, con orario di apertura dalle ore 17:00 alle ore 20:00, negli spazi espositivi della Torre Civica in P.zza Garibaldi, si terrà la mostra "Dal Seme al Germoglio" nell'ambito del "Valle d'Itria Film Festival & Festival della Pace".
Al primo piano saranno esposte le opere scultoree dell'artista altumurano Mimmo Laterza, mentre al secondo piano si potranno ammirare i dipinti della pittrice martinese Antonia Calianno.
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Mimmo Laterza nasce ad Altamura (Ba) il 6-7-1961, docente di arte.
Ha frequentato il Liceo artistico di Bari e l’Accademia di Belle Arti di Bari (corso di scultura).
Suoi maestri più rappresentativi che si ricordano per affermato merito artistico, sono stati : Amerigo Tot, Francesco Somaini.
Ha partecipato a importanti mostre e concorsi di scultura a livello nazionale e internazionale.
La “Potenza divina della terra” è un concetto e un sentimento, non possiamo scindere le due parti. Questa è la prima chiave di lettura dell’ ultimo ciclo scultoreo dell’artista Mimmo Laterza, che affronta con sorprendente freschezza una tematica millenaria di cui potremmo pensare si sia detto tutto. Niente di più falso invece emerge alla presenza delle sue sculture dove a dar voce al tema è il Grano. In una dialettica sempre più sintetica tra marmo e mazzaro (pietra “madre” della poetica di Laterza) è possibile gustare l’incrocio intellettuale di più elementi: il carrara emblema della classicità e della scultura per eccellenza e il mazzaro come pietra locale quindi veicolo di quella potenza divina che ogni uomo avverte quando vive con autenticità la propria terra. E così il chicco di grano, simbolo di rinascita, segno di speranza e di futuro diventa marmo purissimo, levigato con cura e innalzato al centro di forme pseudo-geometriche che lo accolgono e allo stesso tempo ricordano la tradizione formale spazialista. Quando invece è l’intera spiga a liberarsi, assieme a fasci di erba mossi dal vento, la scultura perde ogni riferimento razionale per divenire suggestione assieme al fruitore che non può che girarle intorno rapito dal desiderio di conoscerla nella sua totalità. Un’altra parte della ricerca si sviluppa sul concetto di gruppo; qui le spighe di grano esprimono il senso di appartenenza alla propria terra in un orizzonte aperto al sociale. E non potevano che essere i blocchi di mazzaro, per il loro colore tipico e con quella particolare textureda cui sbucano fossili antichissimi, a dar voce a soluzioni di elevatissimo gusto e ricercato design contemporaneo. È interessante notare che in queste opere l’attenzione dell’artista è tanto concentrata sul soggetto quanto sul volume di partenza: i blocchi
da cui egli ricava i gruppi di spighe non perdono mai la loro struttura, la forma finale è concepita assieme alla forma iniziale. Le spighe sono unite in un assetto che è proprio del volume di partenza; non emergono vuoti in questa fase di lavoro poiché qui la fonte d’ispirazione, la potenza della terra, si esprime attraverso la loro coesione. Si inaugura così una poetica densa di elementi creativi in cui l’artista Mimmo Laterza mette in atto un grande senso di consapevolezza facendo convivere nelle sue ultime opere Natura e Metafisica, passato e presente futurista, materiali opposti, moduli di una serialità mai industriale.
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Antonia Calianno, in arte Muscèt, è una pittrice italiana contemporanea. È nata nel cuore della Valle d’Itria a Martina Franca, dove tuttora vive e lavora. Da sempre ha espresso forme di pittura molto personali, alla ricerca delle modalità pittoriche (non solo tecniche) che potessero trasmettere la ricchezza evocativa del suo vissuto interiore attraverso le immagini. Per questo ha sperimentato stili e modi differenti. Ha studiato per tre anni con il pittore acquarellista di fama internazionale Igli Arapi, successivamente ha scelto di utilizzare soprattutto olio su tela e tecniche a spatola e a stucco tridimensionale.Ha sviluppato gradualmente una pittura che, pur mantenendo un’impronta di base figurativa, ha concesso contaminazioni con il fantastico e la dimensione onirica, il simbolismo e uno stile sempre più personale e incisivo. Nel corso degli anni ha maturato un modo espressivo che chiameremmo “bianco e nero a colori” in cui la tecnica del bianco e nero si arricchisce di toni brunastri con una combinazione di colore nota solo all’artista, in grado di creare una dimensione emotiva potente e dare tridimensionalità e vita alle sue opere. La precisione del tratto di Muscèt è la sua cifra, in cui la ricerca della pennellata perfetta rasenta l’ossessione, tanto è forte la volontà di trasmettere attraverso la mano il fremito artistico e il tormento interiore che caratterizzano la potente espressione emotiva dell’artista.